martedì, luglio 18, 2006

LEGGENDO SULLA STAMPA

BUS A NAPOLI PIÙ SICURI CON TRE TELECAMERE A BORDO
Presentato dall'Anm il progetto che sarà sperimentato sulle linee principali
Più sicurezza sugli autobus napoletani dell'Anm, grazie ad un nuovo sistema di telecamere installato su 160 vetture e pronto a partire su altre 270. Il progetto è stato presentato questa mattina nella sede dell'Azienda napoletana mobilità alla presenza dei vertici aziendali e del sindaco Rosa Russo Iervolino e dell'assessore al Bilancio Enrico Cardillo. Nell'occasione è stata presentato il bilancio 2005 dell'Anm, per la prima volta senza perdite dopo molti anni. Il sistema di videosorveglianza prevede tre telecamere su ogni autobus e una quarta installata nel vano autista. Le telecamere registreranno eventuali atti vandalici o reati compiuti a bordo delle vetture. Le immagini saranno conservate per 48 ore, e poi automaticamente cancellate. In caso di segnalazione un addetto dell'Anm e un agente della Questura, entrambi muniti di una password diversa, recupereranno il filmato. Le urgenze sono invece segnalate immediatamente dal conducente alla centrale operativa dell'Anm e da lì alle forze dell'ordine. Le telecamere sono state montate su autobus che prestano servizio su 15 linee tra le più affollate, tra cui le cinque "linee rosse" e la linea tranviaria 1. Successivamente saranno presenti su altre venti linee. Il progetto è stato finanziato dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli. [Renato d'Emmanuele]

giovedì, febbraio 16, 2006

Pg e compenza istituzionale

Una recente pronuncia della Corte Costituzionale (sentenza n. 95/2005) ha ribadito l'interpretazione per cui la dizione "ordine pubblico e sicurezza" di cui alla lettera h) del secondo comma dell'art. 117 della Costituzione andrebbe inteso esclusivamente come materia attinente all'adozione delle misure "relative alla prevenzione dei reati e al mantenimento dell'ordine pubblico".

Se per un verso tale pronunciamento può venire incontro a legittime aspettative degli enti locali in merito ad una definizione della potestà di intervento, sopratutto prefettizio, da parte dell'Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza (si pensi, ad esempio, ai poteri di ordinanza d'urgenza ai sensi dell'art.2 del Testo Unico di P.S.) per un altro verso mette (o almeno dovrebbe mettere) la parola fine alle diatribe che da anni imperversano tra i diversi livelli di governo sulla questione della gestione della sicurezza.

Ogni qualvolta infatti la materia sia pertinente a "reati" e ciò per quanto concerne la loro repressione sia per quanto attiene (giusta la sentenza della Corte) alla loro prevenzione, la relativa competenza è riferibile alla Autorità di Pubblica Sicurezza. Nulla modifica a tale assunto la considerazione che sussistano numerosi "agenti di polizia giudiziaria" che non sono legati da alcun vincolo di subordinazione con tale Autorità Nazionale. La qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria, infatti, è questione che attiene al rapporto di subordinazione funzionale con l'Autorità Giudiziaria e non al rapporto gerarchico amministrativo. Il soggetto istituzionale che ha amministrativamente alle proprie dipendenze personale munito della qualifica di agente di polizia giudiziaria non è pertanto ipso facto qualificabile come ente competente in materia di sicurezza e ogni diversa interpretazione sembra francamente priva di logica.