martedì, agosto 26, 2008

Finalmente la definizione ufficiale di "sicurezza urbana"


Dopo anni di convegni, incontri, libri ed articoli sul tema, finalmente qualcuno ha giuridicamente definito il concetto di “sicurezza urbana” , concetto che aveva dato persino luogo all’istituzione di assessorati e commissioni varie. Si tratta del Decreto del Ministro dell’Interno. Datato 5 agosto 2008, che, in attuazione dell’art.54, comma 4bis del decreto legge 23 maggio 2008 n. 92 “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica” ha “disciplinato l’ambito di applicazione” della norma “anche con riferimento alle definizioni relative alla incolumità pubblica e alla sicurezza urbana”.
A onor del vero, “definito” è forse un termine un po’ eccessivo. Sicurezza Urbana sarebbe, infatti “ un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell’ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale”.
Devo dire – ma la colpa è solo mia – che questa definizione non riesce a soddisfarmi. Ne deduco che NON fanno parte della sicurezza urbana le norme che non regolano la vita civile e che non migliorano la convivenza civile e la coesione sociale. Ma quali saranno mai queste norme che non determinano effetti in principi così importanti della nostra società? Mi viene un po’ in soccorso l’inciso “all’interno delle comunità locali” che mi impone di pensare che, nel nostro Paese, coabitino una comunità nazionale ed una locale, ognuna con norme proprie in materia di civile convivenza e di coesione sociale, ma devo dire che sinora non me ne ero proprio accorto.
Devo tuttavia ammettere (anche per diminuire il mio innato spirito polemico) che, elencando le competenze dei sindaci, la norma poi chiarisce (quasi del tutto) la portata dell’ambito di applicazione della norma. Ma “definire” è certamente difficile. Molto difficile.

giovedì, agosto 21, 2008

Roberto Sgalla lascia la comunicazione del Pon Sicurezza


Roberto Sgalla (nella foto) lascia l’Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza per assumere l’incarico di Direttore del Servizio Polizia Stradale. Sembrerebbe una notizia come molte altre. Ma che il Signore della Comunicazione sia destinato a fare qualcosa di diverso dalla comunicazione è novità che può smarrire più di un addetto ai lavori. Roberto inoltre, tra le molteplici competenze, ha svolto anche quella di Responsabile del piano di comunicazione del Pon Sicurezza e, in tale veste, ha dovuto relazionare pubblicamente ai rappresentanti della Commissione Europea e al Comitato di Sorveglianza i risultati conseguiti, facendo sempre un’eccellente figura. Ha saputo tirare “fuori dal cilindro” idee nuove, avvicinare al tema della “sicurezza” intellettuali, imprenditori, uomini di spettacolo e sportivi, trovando sempre il modo migliore di presentare il Programma e le nostre attività. Sento di dovergli almeno un grazie e un augurio di buon lavoro nel suo nuovo incarico.

mercoledì, agosto 20, 2008

Non ho letto il Rapporto Svimez ma lo critico lo stesso.


La dottoressa Agnese Claroni non si dimentica mai di invitarmi alla annuale presentazione del Rapporto Svimez ma se non fosse per il mio amico Elio Montanari, che ne prende una copia anche per me, non ne avrei mai neppure una. Il mese di luglio (quest'anno è stata scelta la data del 18) è per me infatti un periodo nel quale mi è difficile partecipare a convegni e incontri vari e devo affidarmi al buon cuore degli amici. Ma Montanari, studioso e ricercatore di ottimo livello certamente impegnato in cose più serie, quest'anno non è ancora passato a consegnare il volume a me destinato e, pertanto, mi devo accontentare delle sintesi apparse sulla stampa e su internet.

La loro lettura, devo ammetterlo sinceramente, non mi ha particolarmente soddisfatto e spero vivamente che il testo integrale del Rapporto sconfessi la prima impressione ricevuta. La parte pertinente alla sicurezza (capito 13 "Sicurezza e lotta alla criminalità nel Mezzogiorno") mi è sembrata redatta in modo stanco e convenzionale e con minori riferimenti del necessario al nesso esistente tra presenza della criminalità organizzata e difetto di competitività del Sud italiano. Al riguardo, si cita correttamente "il costo per lo sviluppo dei ritardi della giustizia civile" ma poco di analizza, ad esempio, il costo (ben più preoccupante perchè di origine criminale) dell'inquinamento mafioso nelle procedure di appalto. Non si comprende ancora come sia possibile non fare alcun accenno alla criminalità nell'analizzare le cause degli scarsi investimenti diretti esteri che, nel Mezzogiorno, sono stati appena lo 0,66 contro il 99,43 del centronord. La sensazione generale è quella di una minore importanmza attribuita nel suo complesso al "fattore sicurezza", come se ci si trovasse di fronte ad una assuefazione alla tematica. Il fatto (se confermato dalla lettura del testo integrale) sorprende molto, perchè il Rapporto 2007 era stato molto attento al profilo in argomento e, pur senza risparmiare critiche al Pon Sicurezza (non tutte meritate), aveva sottolineato il rapporto tra legalità e sviluppo e svolto non poche riflessioni sul ruolo dei fondi strutturali nel settore specifico. Speriamo meglio nel prossimo.

lunedì, agosto 18, 2008

Il Prefetto Giuseppe Amoroso nuovo Capo Dipartimento


Il Prefetto Giuseppe Amoroso (nella foto) è stato nominato Capo del Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, succedendo così al suo amico e collega Giuseppe Procaccini, da non molto incaricato Capo di Gabinetto del Ministro.
Si tratta di un ennesimo successo colto da persona che ha svolto un ruolo importante nell'ambito dei fondi strutturali europei ( il Prefetto Amoroso è stato appasionata Autorità di Gestione del Pon Sicurezza) e sono certo che quell'esperienza non solo sarà sempre ricordata con piacere ma probabilmente gli fornirà anche qualche utile spinto di riflessione per svolgere al meglio il suo importante attuale incarico.

Riflessione personale. La conclusione della programmazione 2000-2006


A dicembre avrà luogo il prossimo e ultimo Comitato di Sorveglianza del Pon Sicurezza 2000-2006 e si concluderà così una lunga avventura nata nel 1999 e ancor prima, a Catania, col convegno “100 idee per lo sviluppo”, voluto e promosso dal vulcanico Fabrizio Barca,
Il Programma, così come ama ripetere il Prefetto De Sena, “fu scritto in soli otto giorni”. Si tratta, a ben vedere, di una vezzosa bugia. In realtà, ci vollero infatti molte settimane di incontri, intensi e serrati, per pervenire ad una strategia coerente ed efficace. Furono sentite decine e decine di amministrazioni pubbliche, fu convocato il meglio della dirigenza del ministero dell’Interno e delle forze di polizia, furono contattati ambienti sociali, economici, politici, a livello nazionale e locale. E’ stata una bella avventura che fu affrontata con entusiasmo e senza fatica grazie al diffuso convincimento che si stesse creando qualcosa di veramente innovativo, che fossimo di fronte ad un momento di svolta, ad “una rivoluzione copernicana nella cultura della nostra amministrazione” come diceva De Sena.
Non sono sicuro che tutti gli obiettivi siano stati raggiunti (francamente non credo) e non sono disposto a giurare che, nel passare degli anni, la filosofia di fondo del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” non si sia dovuta modificare, piegandosi ad emergenze o a motivazioni contingenti. Ritengo tuttavia, in questa mia “riflessione personale” ribadire che è stata un’esperienza magnifica, di cui l’Amministrazione dell’Interno, e tutti coloro che hanno collaborato con essa, può andare fiera. Adesso che tale esperienza di conclude, e io non faccio più parte (a buon ragione!) dell’equipaggio, la fine di quell’avventura mi induce a malinconia e a domandarmi se mai qualcuno si sia reso conto di quanta parte abbia avuto il nostro Programma nell’evoluzione delle politiche di sicurezza del Paese, a cominciare dal nuovo ruolo dei sindaci messo in rilievo nel recente “pacchetto sicurezza”. Pochi temo. Eppure sono certo che un giorno, quando si scriverà la storia nel nostro Paese anche da questo punto di vista, si scoprirà che, se non tutto, molto è partito dal Pon Sicurezza.