domenica, agosto 16, 2009

coordinamento o unificazione



Sull'ultimo numero de "l'Espresso", il segretario generale del più importante sindacato di polizia, Felice Romano del Siulp. ha lanciato un grido di allarme sulle condizioni finanziarie in cui versano le forze di polizia italiane. Se si fosse limitato alla denuncia, avrebbe posto in essere un comportamento doversoso per un sindacalista ma, nel complesso, poteva apparire un lamentoso ritualismo di bandiera. Invece Felice Romano ha detto qualcosa di ulteriore, ripetendo con chiarezza quello che negli ambienti degli addetti ai lavori si sussurra con titubanza già da molti mesi: cinque forze di polizia, di cui due a carattere generale (a cui tra breve si dovrebbero aggiungere le polizie minicipali) sono troppe perchè il nostro sistema finanziario possa sopportarle.
Si tratta di un discorso destinato inevitabilmente ad irritare molte orecchie, sia tra la polizia di stato sia nell'arma dei carabinieri. Dal 1981, infatti, si sostiene che sia in atto un "coordinamento delle forze di polizia" che dovrebbe evitare sovrapposizioni e diseconomia ma - nonostante la buona volontà di coloro che sono stati chiamati ad occuparsene - tale coordinamento non è mai decollato e ancora oggi appare una lontana chimera. A nessuno, in verità, piace "coordinarsi" oltre un certo limite (assai lasco) e la naturale concorrenza che esiste tra forze di polizia (in passato incoraggiata dalla politica, nel convincimento che tale concorrenza avrebbe garantito il reciproco controllo democratico) non spinge certamente in questo senso.
Eppure, che piaccia o meno, una forma di coordinamento più intenso e reale sarà nel prossimo futuro inevitabile, perchè l'alternativa che si prospetta all'orizzonte è ancor più temuta e paventata come esiziale: l'unificazione delle forze di polizia.
L'unificazione tra le forze di polizia (almeno Ps e carabinieri) causerebbe certamente molti problemi (e infatti già i massimi esponenti di Arma e Polizia, nonostante che nessuno l'abbia ancora mai proposta ufficialmente, hanno fatto trapelare diplomaticamente il loro dissenso) ma sarebbe certamente una soluzione alle enormi difficoltà finanziarie (che si trasformano inevitabilmente in difficoltà operative) che lamentano gli operatori italiani della sicurezza, sopratutto nel mezzogiorno, e che non sembrano potersi risolvere positivamente nel breve periodo. O l'una o l'altra strada: non esistono più alternative.