lunedì, settembre 07, 2009

Gli effetti del turnover


Le forze di polizia lamentano ormai una vacanza organica di oltre 21mila unità, pari a circa il 7% del totale, particolarmente vistosa in proporzione nel settore delle qualifiche medioalte (funzionari, ufficiali, ispettori). La notizia non è nuova e neppure sconvolgente. Carenze di personale, seppur meno gravi, sono presenti in quasi tutti gli ambiti del pubblico impiego e denotano talvolta un eccesso di previsione organica (frutto del periodo di vacche grasse che si ebbe intorno agli anni 80). Un "dimagrimento" è qualche volta auspicabile e soluzioni operative a questo stato di cose (si veda il mio ultimo articolo su questo stesso blog) possono essere legittimamente ipotizzate. Il vero problema, per quanto concerne le forze di polizia, non risiede tanto nella riduzione del loro numerio quanto nel ridimenzionamento delle loro potenzialità operative a causa dell'elevarsi dell'età media. Oggi infatti l'età media degli operatori delle forze di polizia supera i 42 anni.
Quarantadue anni sono perfetti per esercitare funzioni burocratiche ma decisamente troppi per svolgere servizio per strada, in particolare nel settore dell'ordine pubblico. La fine della leva obbligatoria ha messo in ginocchio questi reparti e, se continua così, presto i problemi si faranno più gravi.
Se non si intende aumentare il numero degli effettivi, colmando i vuoti d'organico (le esigenze di bilancio sono peraltro notoriamente poco sensibili) sarebbe opportuno, quanto meno, dar corso ad una massiccia operazione di mobilità, consentendo agli appartenenti alle forze di polizia con più di quarantanni il transito presso altre amministrazioni (penso, ad esempio, alla Giustizia, per la quale, prima o poi, sarà indispensabile colmare i vuoti presenti nei ruoli ausiliari) e la conseguenziale assunzione di giovani ad integrazione dei transitati.